LA ROMPIGHIACCIO DI SHELL NON PASSA!

Da oltre 40 ore gli attivisti di greenpeace USA sono appesi al ponte di Portrland per impedire alla rompighiaccio di shell di salpare per l'artico, sotto il ponte c'è tutta la comunità di Portland.
Link di Greenpeace: http://grnpc.org/IgtsB

venerdì 24 aprile 2015

le specie in estinzione e il surriscaldamento globale

L'ESTINZIONE DELLE SPECIE VIVENTI

Ecco qua alcune delle specie animali a rischio di estinzione:

ESTINTO IN NATURA: 

CAVALLO DI PRZEWALSKI

IN PERICOLO CRITICO:

RINOCERONTE NERO

IN PERICOLO:

ORNITHOPTERA ALEXANDRAE


VULNERABILE:

ALBATRO URLATORE

A RISCHIO MINORE (MA NON DA SOTTOVALUTARE):

KOALA





ANIMALI A RISCHIO

La Lista Rossa del 2002 indica che oltre 5400 specie animali rischiano seriamente di estinguersi in un futuro prossimo, E IN QUASI TUTTI I CASI A CAUSA DELLE ATTIVITA' UMANE. I dati sui mammiferi e sugli uccelli dimostrano tutta la gravità della situazione: sulla Lista Rossa appaiono circa 1/4 dei mammiferi che si trovano sulla faccia della terra e circa 181 specie di essi sono in pericolo critico. Quanto agli uccelli, rientrano nella lista 1/8 di tutte le specie e 182 sono in pericolo critico!!

Il rapporto elenca anche quasi 6000 specie di piante in pericolo di estinzione, con danni per gli animali che se ne cibano!!!

I POLI
I poli continuano a ridursi: in soli due anni hanno perso una superficie di ghiaccio grande due volte la Francia e nell'inverno tra 2014 e 2015 erano più corti di 300.000 km! Se continua a questo ritmo, i ghiacci artici potrebbero scomparire entro il 2030, o addirittura il 2017, secondo alcuni scienziati!!
Per migliaia di anni le specie animali si sono adattate a vivere sopra e sotto la banchisa; la loro stessa sopravvivenza è minacciata dall'accelerato scioglimento dei ghiacci, in prima linea c'è L'ORSO POLARE:

Risultati immagini per foto polo nordOgni estate alcuni orsi percorrono fino a 100 chilometri sui banchi di ghiaccio, ma ogni anno il ghiaccio si scioglie un pochino prima: Il 2014 è stato l'anno più caldo dal 1880 ed è giunta notizia che anche il ghiaccio dove abita l'orso polare è stato più sottile: è stata una "fortuna" che gli orsi siano sopravvissuti al 2014. Non è tutto: il 50% delle calotte polari si sono già scongelate. SE CONTINUIAMO DI QUESTO PASSO I DANNI SARANNO IRREVERSIBILI!! L'alimento base della dieta dell'orso polare è la foca, che esso caccia sui ghiacci, i quali ora impiegano sempre più tempo per formarsi. La stagione di caccia dell'orso bianco sta diventando quindi sempre più breve e il digiuno sempre più lungo: in media oggi le femmine pesano 70 kg in meno rispetto a 30 anni fa, e così indebolite faticano sempre di più a cacciare, conseguenza: i piccoli hanno meno da mangiare!! Molti cuccioli oggi non raggiungono l'età adulta!!
Nel nord del Canada la popolazione di orsi polari è diminuita di 1/4. A Gennaio 2015 un'azienda svedese che si occupa di servizi di edilizia e di forniture edili di nome "Arsu Sistems" ha dichiarato che voleva usare le pelli degli orsi polari per riscaldare le case senza il bisogno di usare il camino o il riscaldamento: si è subito creata una comunità animalista intitolata "siamo tutti orsi" per fermare questa azienda. Tutto questo è durato ben poco perché a Febbraio 2015 questa azienda ha dichiarato di essere un falso e di aver fatto tutto questo per informare la popolazione mondiale dei rischi a cui stiamo andando incontro.
SE NON FERMIAMO QUESTA EMISSIONE DI CO2 NELL'ARIA IL DESTINO DEGLI ORSI POLARI, DI TUTTE LE ALTRE CREATURE CHE ABITANO I POLI E IL NOSTRO FUTURO SARA' SEGNATO!!

PITHOVIRUS SIBERICUS

Un Megavirus vecchio di 30.000 anni è stato scoperto in alcune Amebe siberiane. Le caratteristiche di questo virus sono le stesse dei Pandoravirus ed è stato battezzato Pithovirus Sibericus (questo nome non dice niente di buono, infatti Pithos era il nome dell'urna di Pandora, che conteneva tutti i mali dell'umanità).
Dobbiamo specificare che il Pithovirus Sibericus infetta solo le Amebe e non l'essere umano. I ricercatori evidenziano però come la presenza di questi virus possa essere pericolosa per l'uomo, dato il fatto che in tempi di cambiamenti climatici come questo il virus si liberi dal ghiaccio e infetti l'aria.
Questa però è soltanto una teoria e nessuno può sapere se quello che ho appena scritto accada o no.
Per maggiori informazioni: https://youtu.be/pIIldaJHcsw

PERICOLO DI ESTINZIONE DELLA FORESTA PIU' GRANDE DEL MONDO

Fitoplancton visibile dallo spazio

Quando si legge questo titolo ci viene in mente il disboscamento della foresta Amazzonica, perché essa è la foresta più grande del mondo, MA ATTENZIONE!!: la foresta Amazzonica è bensì la foresta più grande del mondo, ma la foresta pluricellulare più grande del mondo! La foresta di cui intendo parlare si trova nell'oceano ed è unicellulare: è il FITOPLANCTON: esso è un'organismo unicellulare fotosintetico (cioè fabbrica la fotosintesi clorofilliana), che però pur essendo piccolo è presente in enormi quantità nell'oceano, tali che è possibile vederlo dallo spazio. Rappresenta il 60% delle riserve di ossigeno dell'intero pianeta, è quindi indispensabile per tutti noi. Ciò che lo minaccia è il surriscaldamento del pianeta perché il Fitoplancton è sensibile all'aumento di CO2 nell'aria. Che cosa significa?

Il livello di CO2 nell'aria sta drasticamente aumentando e così facendo potrebbe portare piano piano alla scomparsa del Fitoplancton e la terra perderebbe la più grande risorsa di ossigeno presente su di essa.
Soluzione? Solo una: RIDURRE L'EMISSIONE DI CO2.
Fitoplancton bioluminescente in riva al mare, così "speciale" che potresti lasciare impronte luminescenti

L'ESTINZIONE DELLE TIGRI
Tigre di Bali, estinta negli anni 30
Tutte le specie di  tigri esistenti stanno drasticamente rischiando di estinguersi: attualmente gli esemplari di tigri ancora in vita sono circa 3000, se non meno (questo numero si riferisce solo alle tigri esistenti in natura, mentre le tigri presenti negli zoo o in qualche struttura sono decisamente di più).
Tigre Bianca
Un secolo fa si contavano circa 100000 esemplari, mentre oggi esse sopravvivono solo in 12 paesi e si sono già estinte nel territorio delle Coree.
Sono già scomparse dal 93% dei territori dove si trovavano un secolo fa e adesso rimangono solo 42 popolazioni sparpagliate nel continente asiatico.
Tigre Siberiana
Adesso ne rimangono 6 sottospecie: la tigre del Bengala, di Sumatra, della Malesia, dell'Indocina, la tigre siberiana e la tigre cinese meridionale; mentre si sono già estinte quelle di Giava, quella del Mar Caspio e la tigre di Bali.
Tigre di Giava, estinta nel 1972
Si stanno estinguendo per causa naturale? Non credo proprio: 
Per quanto riguarda i territori che le tigri abitano da sempre, oggi sono minacciati dall'antropizzazione: vengono costruiti centri urbani, strade e ferrovie, ma per quanto riguarda le tigri, beh, vengono uccise per la loro pelliccia, come d'altronde tutti gli animali con una pelliccia così bella!!!



LE TRIVELLE PETROLIFERE

Non è facile stabilire la quantità di idrocarburi che vanno perse ogni anno in mare, ma si presume che si aggirano intorno alle 4 milioni di tonnellate l'anno per tutto il pianeta e di 600.000 tonnellate per il solo Mediterraneo!!!!
Sula immersa nel petrolio
Il petrolio ha effetti dannosi per gli animali. Negli uccelli il petrolio penetra nel piumaggio, riducendo la capacità di isolante termico e rendendo le piume inadatte al nuoto e al volo. L'istinto dei volatili li porta a pulirsi il piumaggio con l'uso del becco, ma in questa maniera ingeriscono il petrolio, con effetti nocivi per i reni, il fegato e l'apparato digerente.

Allo stesso modo degli uccelli, i mammiferi marini che sono esposti al petrolio presentano sintomi simili a quelli che si hanno negli uccelli: in particolare la pelliccia delle lontre di mare e delle foche perdono il loro potere di isolante termico, causando ipotermia.

Sono accaduti molti disastri a causa del petrolio ma quelli che ne hanno dispersi maggiormente sono: quello di Lakeview in California nel 1911, seguito da quello della piattaforma Deepwater Horizon e conseguente perdita del pozzo Macondo nel 2010 e del disastro della Guerra del Golfo nel 1991.




PERICOLO PER L'ARTICO E PER L'ADRIATICO
"l'unicorno marino", il Narvalo

L'ARTICO: Sotto l'artico vi è un'immenso giacimento di petrolio, secondo alcune stime, custodisce circa il 30% delle riserve globali di gas e il 13% di petrolio. Già due trivelle sono partite per perforare il fondale artico e sono state fermate dalla compagnia Greenpeace. Un incidente petrolifero trasformerebbe l'intero mare Artico in una pozza di petrolio, distruggendo l'intera fauna marina dell'artico e mettendo a repentaglio la vita degli animali che popolano il pack: se dovesse accadere si avrebbe l' estinzione di quasi tutte le specie viventi marine,anche l' "unicorno marino": il Narvalo.




La distruzione della banchisa avrà conseguenze tragiche anche sul nostro futuro: aumenteranno il livello dei mari e verranno sommerse le città costiere, e la colpa sarà tutta nostra: dell'essere umano.



ADRIATICO: Anche nel sottosuolo dell'Adriatico, vicino alle coste della Croazia, vi è un giacimento di petrolio, e la Croazia ha già iniziato la perforazione!!


Delfini arenati in Tasmania, ma può accadere anche nell'Adriatico
Anche qui un incidente petrolifero causerebbe una catastrofe, forse più distruttiva di quella che può accadere nell'Artico!!! Perché? Perché l'Adriatico è un mare piccolo, tanto da essere chiamato dagli antichi "canale adriatico". Avete capito adesso perché un incidente può essere così pericoloso? Se non ci siete arrivati ve lo suggerisco io: un incidente petrolifero di grandi proporzioni può trasformare l'intero Adriatico in una pozza di idrocarburi che andrà a estinguere qualunque creatura faccia parte della fauna marina del mar Adriatico, tra cui i cetacei (che si areneranno a centinaia sulle coste) e gli uccelli che vi rimangono intrappolati.

Piattaforma petrolifera nel Mar Glaciale Artico. Grazie allo scioglimento della calotta artica, i giacimenti adesso sono facilmente accessibili. Ci sono associazioni ambientaliste, per esempio Greenpeace, che si oppongono alle trivellazioni ai poli e nei luoghi poco consigliati perchè in caso di incidente le operazioni di bonifica risulterebbero più difficili del previsto e con gravi danni per l'ambiente.

CANARIE - SHOCK: PETROLIO PER CHILOMETRI
Tartaruga Caretta

Il giorno 19 Aprile 2015 al largo delle isole Canarie è affondato un peschereccio di nome Oleg Naydenov. L'associazione Greenpeace ha sorvolato quella zona e ha notato una scia di idrocarburi lunga 70 km, che viaggia verso sud-ovest in direzione di Capo Verde, un arcipelago che dipende dalla pesca e dal turismo, e che è la casa della tartaruga marina Caretta (nella foto): alcune tartarughe sono state tuttavia salvate.
La Berta Maggiore
Il combustibile di quel peschereccio affondato in alto mare continua a fuoriuscire e adesso dobbiamo rimuovere con urgenza quel che è intrappolato all'interno.
Per maggiori informazioni:  http://bit.ly/1E6ymX4
Non è tutto però: la scia di idrocarburi ha raggiunto anche una delle principali colonie di Berta Maggiore dell'area (nella foto), infatti la mattina del 21 Aprile 2015 sono stati ritrovati i primi esemplari ricoperti di petrolio!!





L'80% DELLA DEFORESTAZIONE MONDIALE SI CONCENTRA IN UNDICI AREE
Foresta del Choco-Darien
Secondo una ricerca del WWF, sono undici le foreste (10 nei tropici) che entro il 2030 rappresenteranno oltre l'80 per cento del disboscamento globale:
-FORESTA AMAZZONICA;
-FORESTA ATLANTICA E GRAN CHACO;
-FORESTA DEL BORNEO;
-FORESTA DEL CERRADO;
-FORESTA DEL CHOCO-DARIEN;
-FORESTA DELL'AFRICA ORIENTALE;
-FORESTA DELL'AUSTRALIA ORIENTALE;
-LA GREATER MEKONG;                                                          
-LE FORESTE DELLA NUOVA GUINEA;
-LA FORESTA DI SUMATRA;
-BACINO DEL CONGO   

Tutti questi luoghi contengono la più ricca concentrazione di fauna selvatica al mondo, soprattutto specie in via di estinzione, ad esempio tigri e oranghi, e sono aree molto importanti per le comunità indigene.
Il report WWF dimostra che oltre 230 milioni di ettari di foresta scompariranno entro il 2050 e che entro il 2020 la perdita delle foreste deve essere ridotta quasi a zero per evitare gravi cambiamenti climatici.
La principale causa di deforestazione è l'agricoltura in espansione (tra cui l'allevamento commerciale e la produzione di olio di palma e di soia. Oggi le attività agricole occupano il 38% della superficie delle terre emerse. La sfida di alimentare una popolazione in costante crescita (7 miliardi di abitanti adesso e circa 10 miliardi stimati per il 2050) passa attraverso un'ecoagricoltura che sia integrata nei processi della natura e che elimini gli sprechi alimentari e non certo distruggendo le foreste ancora esistenti.
Il Bacino del Congo



Oggi è però il Bacino del Congo  è uno dei luoghi dove la deforestazione ha raggiunto una pericolosità intensa: ogni anno si perdono 700 mila ettari di foresta.                                                        




I DUGONGHI DI OKINAWA

Baia di Okinawa, Giappone
In questa baia vive la popolazione più settentrionale di questa specie. In Australia la situazione per questi animali è buona, ma qui le cose vanno peggio, ed anche in altre parti del mondo, come in Kenya, che di una popolazione abbondante, restano solo sei esemplari, ma peggio ancora quelli di questa baia, in Giappone, dove si sta costruendo una base e il governo, con rispetto parlando, se ne frega di queste creature.
Questo posto, quello che una volta era la "Galapagos dell'Oriente", adesso si è ridotta a un cantiere e la popolazione locale vuole che la costruzione di questa base si interrompa. Prima si cercava di costruire una nuova base, ma adesso si sta allargando questa e per i lavori grande lastre di cemento vengono gettate sui coralli o su un'erba simile alla posidonia (chiamata dai giapponesi jangusa, l'erba dei dugonghi)

Oltre ai dugonghi la baia ospita tre specie di tartarughe marine in via di estinzione: la tartaruga verde, la Caretta caretta e la tartaruga embricata.

Per maggiori informazioni: http://bit.ly/1MOi3lc
Firma tramite Greenpeace: http://grnpc.org/IgeOq



      

MENO DI 80 GIORNI PER FERMARE LE TRIVELLE DI SHELL! 

Shell vuole trivellare l'Artico tra meno di 80 giorni, la spedizione è prevista ad Agosto 2015.
In caso di incidente petrolifero questa decisione metterà a repentaglio le sorti del mare Artico e delle forme di vita che vi abitano, perché il petrolio è un potenziale distruttore per le forme di vita acquatiche e volatili (i due gruppi che per maggioranza abitano il polo), ma anche per i mammiferi terrestri.
Per impedire tutto questo visitare questo link di







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