LA ROMPIGHIACCIO DI SHELL NON PASSA!

Da oltre 40 ore gli attivisti di greenpeace USA sono appesi al ponte di Portrland per impedire alla rompighiaccio di shell di salpare per l'artico, sotto il ponte c'è tutta la comunità di Portland.
Link di Greenpeace: http://grnpc.org/IgtsB

venerdì 24 aprile 2015

L'acqua, una risorsa vitale

L'ACQUA SULLA TERRA

LE PERCENTUALI DI ACQUA SUL PIANETA:
Il 97,5% delle acque della terra è salata, il 2,5% sono acque potabili, ma non sono accessibili (calotte polari,neve...), soltanto lo 0,1% dell'acqua potabile presente sulla terra è utilizzabile: a questo vanno tolti i litri d'acqua che vanno sprecati ed inquinati ogni giorno!!!

LE PERSONE CHE SI SONO ACCORTE DELL'IMPORTANZA DEI FIUMI
Il fiume Colorado, oggi non raggiunge più
la sua foce per colpa dell'irrigazione
-Roberto Epple: Ha lottato contro la costruzione delle dighe sul Danubio e sulla Loira. Si è accorto che i fiumi sono minacciati in tutto il mondo e che la gente non se ne rende conto, che dobbiamo proteggerli come molte persone proteggono la foresta Amazzonica. Sostiene che molti fiumi non arrivano al mare  e si è accorto che molti fiumi non hanno più pesci da parecchio tempo, una grande conseguenza dell'inquinamento!




Parco naturale di Iguazù
-Justo Herrera: Il responsabile del centro ricerche del parco nazionale di Iguazù. Sostiene che il parco è importante per la vita perché è umido e sugli argini forma uno strato che permette a certe forme di vita di svilupparsi. Ha notato un degrado del fiume: è stato più veloce negli anni 80 ed è stata peggiorata la qualità di vita degli animali che vivono nelle acque di quel fiume. Il suo progetto ha permesso di salvare molte specie animali scritte sulla Lista Rossa: soprattutto importante salvare i caimani perché svolgono una funzione da indicatore (se il numero di esemplari diminuisce, il fiume è in pericolo).



Il delta dell'Okavango, rappresenta
il 95% delle acque del Botswana.
Il bisogno di elettricità ha portato a
progetti sulla costruzione di alcune dighe
-Douglas Groves/Lars Renhberg: Lottano per la salvaguardia del delta dell'Okavango.
In caso di inquinamento nell'Okavango ci sarà una riduzione del flusso delle acque, ci saranno meno pesci, meno uccelli e meno mammiferi.
Con la costruzione di queste dighe c'è il rischio che queste paludi vadano a scomparire.
Lars è biologo, studia la fauna del fiume e ogni anno immerge delle reti nel fiume: il numero di specie di pesci determinerà l'inquinamento del fiume.
Douglas insegna ai bambini del luogo l'importanza del fiume, perché in futuro essi dovranno proteggerlo.  


Il fiume Parana, abitato dalla
tribù dei Guaranì, oggi non possiede
 più pesci per colpa dell'inquinamento
-Silvano Moreira: Capo villaggio della tribù degli indiani Guaranì. Cerca di proteggere se stesso e la sua tribù, perché il fiume Parana è sempre più inquinato e la foresta si sta riducendo per la deforestazione. Risultato?: oggi non c'è più pesce, e la loro vita è attaccata a un filo.
Anticamente essi cacciavano, pescavano, si nutrivano di miele e di frutta, ma agli inizi degli anni 80 tutto è cambiato: sono state abbattute le foreste per coltivare riso e soia OGM e sono arrivate le grandi dighe, che ha portato all'inquinamento e alla scomparsa di pesce, a questo si aggiunge l'industria, che inquina i fiumi: tutti questi problemi sono presenti soprattutto oggi, soprattutto la coltura OGM che viene esportata in Francia.


Foresta sommersa a causa
dell'alluvione dovuta a una diga,
adesso questa foresta rilascia metano 
-Pablo Wiechetek: Giornalista ed ecologista. Sostiene che la costruzione della diga sul Parana è stato un errore, perché ha sommerso tutti i villaggi lungo la costa e che per colpa delle inondazioni dovute alla diga anche molte foreste sono state sommerse e sono rimaste in decomposizione sotto l'acqua formando il metano, uno dei gas più pericolosi. Adesso nessuno viene più a fare il bagno nel fiume o semplicemente ne preleva dell'acqua, perché così facendo rischi di prenderti tutte le possibili malattie alla pelle. 
Oggi la maggior parte delle persone che vivevano li sono emigrate, è rimasta solo una piccola percentuale della popolazione che vive in brutte condizioni.


Diga di Yacyretyà, Argentina
-Justo Antonio De Agustini: E' un abitante del quartiere di El Brete ed abita proprio accanto alla diga di Yacyretà, ma non vuole andarsene, perché abita li da quando è nato e vuole morirci. Ha perso metà della vita contro le persone favorevoli alla diga (nei primi anni 80 è scoppiata una rivolta per cacciare i dimostranti che si opponevano alla costruzione della diga e sono state distrutte e bruciate molte case, E' L'ESEMPIO DI NON RISPETTO DEI DIRITTI UMANI) e lotta contro la "regione stessa", perché sostiene che la regione in cui vive è formata da ladri e mal viventi.
Roberto Rios: E' il presidente di una ONG che lotta contro la diga di Yacyretà, ha constatato gli effetti nefasti della diga e sta aiutando gli abitanti di quella regione. Ha creato degli strani pupazzi che rappresentano i funzionari che hanno voluto la costruzione della diga.

Lago artificiale nel parco del
Verdon, Francia. Qui la natura
è stata rispettata di più, ma sono
comunque presenti traccie di pesticidi
-Guy Oberlin: E' un idrologo che studia le acque della Francia. Sostiene che in quasi tutti i corsi d'acqua francesi ci sono traccie di pesticidi, che non sono ancora a livelli dannosi per noi, ma non dobbiamo sottovalutarli perché gli effetti si accumulano nel tempo. Gli ultimi risultati riportano valori allucinanti: più della metà dei fiumi francesi presenta tracce di pesticidi e dobbiamo riportarli al loro stato naturale entro il 2015!! 






Il fiume Senna, Francia.
E' inquinato dal PCB, che deriva
dai trasformatori elettrici delle fabbriche
abbandonate lungo il fiume
-Jacky Bonnemains: Ha dato la caccia al pyralene, noto anche come PCB, un prodotto tossico. Sostiene che negli anni 30 era un prodotto molto utilizzato e oggi è molto pericoloso. Veniva usato per fabbricare molti oggetti (gomme da masticare, nelle colle, nei dispositivi elettrici...), per questo oggi si trova dappertutto.
In Francia ci sono in circolazione 34000 tonnellate di pyralene che si trovano soprattutto nei trasformatori elettrici, le fabbriche abbandonate lungo la Senna sono piene di trasformatori che con la pioggia si degradano e rilasciano questa sostanza. Anche circa 400 km del fiume Rodano sono inquinati dal PCB. Il PCB è tossico e si accumula nel grasso dei pesci, che non possono più essere venduti. Lentamente è arrivato al mare e le foche sono i primi animali a risentirne, perché si nutrono solo di pesce. 



Il lago Aral prima e dopo:
 nella seconda immagine il Piccolo
 Aral a nord e il "Grande" Aral a sud
-Alakabai: Grazie a lui è tornata l'acqua nel lago di Aral,il quarto lago interno più grande al mondo, dopo alcune dozzine di anni!! La nascita di questo lago risale alla seconda guerra mondiale sotto l'ordine di Stalin di creare un lago artificiale grazie a canali che permettesse enormi coltivazioni di cotone. La volontà di Stalin si esaudì e il Kazakistan ebbe una coltivazione con superficie grande 1/4 la Francia. 
Dal 1973 però, a causa del pompaggio continuo del lago, esso inizia a prosciugarsi e nel giro di 40 anni perde i 3/4 della sua superficie e si è diviso in due "mini-laghi": il Piccolo Aral a Nord e il grande Aral a Sud. Ritirandosi ha rilasciato nel suolo il suo sale e i pesticidi della coltivazione di cotone, che col vento hanno infettato l'aria e la terra intorno ad esso. Ma grazie a quest'uomo l'acqua ha cominciato a tornare circa 15 anni fa: il suo scopo era di conservare l'acqua del mar piccolo grazie a una diga situata a sud; era difficile da realizzare perché il paese non predispone di molti materiali "utili" per la sua costruzione, quindi è stato utilizzato quello trovato sul luogo: sabbia e canne!! Questo compito fu terminato nel 1996 e il Piccolo Aral crebbe di 3m!
Nel 1999 però si abbatté sul lago una tempesta che rase al suolo la diga e inondò le terre a sud: l'acqua era andata via e il deserto era tornato! Questo disastro però provocò una presa di coscienza sulla campagna internazionale che riprese l'idea di Alakabai e finanziò una diga più grande: oggi, al posta di quella vecchia, si trova una nuova diga lunga 15 km che ha fatto tornare l'acqua, che sta salendo quattro volte più velocemente del previsto, e molta fauna ormai scomparsa da tempo. Adesso intorno al Piccolo Aral è rinata la vita: vi abitano circa 200.000 persone e il clima è tornato quello di un tempo, ma sono ancora presenti tracce di pesticidi!

Il lago sul fiume Klamath, più a
valle alcune dighe mettono a
repentaglio le forme di vita del fiume
-Merv George/Wendy George : George è membro della tribù degli indiani Hoopa, Wendy è una pescatrice del fiume, lottano per la protezione del fiume Klamath, dove essi vivono: alcune dighe interrompono il ciclo vitale del salmone! Una volta il fiume Klamat era il terzo ecosistema più importante per la riproduzione del salmone negli Stati Uniti, ogni anno migravano un milione di esemplari, adesso esso rischia l'estinzione. Il salmone è sempre stato indispensabile per la vita degli indiani. 
Dopo aver passato qualche anno in mare il salmone risale il fiume fino al punto dove è nato: qui le femmine depongono le uova e muoiono esauste; oggi le dighe non solo bloccano il ciclo dei salmoni, ma creano anche molti disastri naturali come un periodo di siccità durato due anni (2001 e 2002).
Dopo il 2002 i salmoni cominciano a morire, circa 700.000 salmoni: la causa della loro morte è un'alga, un'alga che si è sempre trovata nel fiume normalmente, ma dal 2002 ha cominciato a stanziarsi in enormi quantità sotto la diga e i salmoni che vi passavano vi morirono quasi subito. Il governo ha deciso di costruire delle "passerelle" sotto la diga che permettessero il passaggio dei salmoni, ma questo risolve poco o niente, perché per mettere fine a questa agonia, dobbiamo migliorare la condizione dell'acqua!!


ATTENZIONE!!:

Per creare il post "Le persone che si sono accorte dell'importanza dei fiumi" ho preso spunto dalla serie di documentari "La Terra Vista dal Cielo - Grandi Fiumi".
Per maggiori informazioni:
oppure:https://www.youtube.com/playlist?list=PLiRBYtQrvnUAO1E5Bh3p4pK1gW-prR2JC , una playlist di video che oltre a parlare del problema dei fiumi, spiega molti altri problemi naturali, economici e sociali dei giorni nostri. CONSIGLIATA AL 100%






le specie in estinzione e il surriscaldamento globale

L'ESTINZIONE DELLE SPECIE VIVENTI

Ecco qua alcune delle specie animali a rischio di estinzione:

ESTINTO IN NATURA: 

CAVALLO DI PRZEWALSKI

IN PERICOLO CRITICO:

RINOCERONTE NERO

IN PERICOLO:

ORNITHOPTERA ALEXANDRAE


VULNERABILE:

ALBATRO URLATORE

A RISCHIO MINORE (MA NON DA SOTTOVALUTARE):

KOALA





ANIMALI A RISCHIO

La Lista Rossa del 2002 indica che oltre 5400 specie animali rischiano seriamente di estinguersi in un futuro prossimo, E IN QUASI TUTTI I CASI A CAUSA DELLE ATTIVITA' UMANE. I dati sui mammiferi e sugli uccelli dimostrano tutta la gravità della situazione: sulla Lista Rossa appaiono circa 1/4 dei mammiferi che si trovano sulla faccia della terra e circa 181 specie di essi sono in pericolo critico. Quanto agli uccelli, rientrano nella lista 1/8 di tutte le specie e 182 sono in pericolo critico!!

Il rapporto elenca anche quasi 6000 specie di piante in pericolo di estinzione, con danni per gli animali che se ne cibano!!!

I POLI
I poli continuano a ridursi: in soli due anni hanno perso una superficie di ghiaccio grande due volte la Francia e nell'inverno tra 2014 e 2015 erano più corti di 300.000 km! Se continua a questo ritmo, i ghiacci artici potrebbero scomparire entro il 2030, o addirittura il 2017, secondo alcuni scienziati!!
Per migliaia di anni le specie animali si sono adattate a vivere sopra e sotto la banchisa; la loro stessa sopravvivenza è minacciata dall'accelerato scioglimento dei ghiacci, in prima linea c'è L'ORSO POLARE:

Risultati immagini per foto polo nordOgni estate alcuni orsi percorrono fino a 100 chilometri sui banchi di ghiaccio, ma ogni anno il ghiaccio si scioglie un pochino prima: Il 2014 è stato l'anno più caldo dal 1880 ed è giunta notizia che anche il ghiaccio dove abita l'orso polare è stato più sottile: è stata una "fortuna" che gli orsi siano sopravvissuti al 2014. Non è tutto: il 50% delle calotte polari si sono già scongelate. SE CONTINUIAMO DI QUESTO PASSO I DANNI SARANNO IRREVERSIBILI!! L'alimento base della dieta dell'orso polare è la foca, che esso caccia sui ghiacci, i quali ora impiegano sempre più tempo per formarsi. La stagione di caccia dell'orso bianco sta diventando quindi sempre più breve e il digiuno sempre più lungo: in media oggi le femmine pesano 70 kg in meno rispetto a 30 anni fa, e così indebolite faticano sempre di più a cacciare, conseguenza: i piccoli hanno meno da mangiare!! Molti cuccioli oggi non raggiungono l'età adulta!!
Nel nord del Canada la popolazione di orsi polari è diminuita di 1/4. A Gennaio 2015 un'azienda svedese che si occupa di servizi di edilizia e di forniture edili di nome "Arsu Sistems" ha dichiarato che voleva usare le pelli degli orsi polari per riscaldare le case senza il bisogno di usare il camino o il riscaldamento: si è subito creata una comunità animalista intitolata "siamo tutti orsi" per fermare questa azienda. Tutto questo è durato ben poco perché a Febbraio 2015 questa azienda ha dichiarato di essere un falso e di aver fatto tutto questo per informare la popolazione mondiale dei rischi a cui stiamo andando incontro.
SE NON FERMIAMO QUESTA EMISSIONE DI CO2 NELL'ARIA IL DESTINO DEGLI ORSI POLARI, DI TUTTE LE ALTRE CREATURE CHE ABITANO I POLI E IL NOSTRO FUTURO SARA' SEGNATO!!

PITHOVIRUS SIBERICUS

Un Megavirus vecchio di 30.000 anni è stato scoperto in alcune Amebe siberiane. Le caratteristiche di questo virus sono le stesse dei Pandoravirus ed è stato battezzato Pithovirus Sibericus (questo nome non dice niente di buono, infatti Pithos era il nome dell'urna di Pandora, che conteneva tutti i mali dell'umanità).
Dobbiamo specificare che il Pithovirus Sibericus infetta solo le Amebe e non l'essere umano. I ricercatori evidenziano però come la presenza di questi virus possa essere pericolosa per l'uomo, dato il fatto che in tempi di cambiamenti climatici come questo il virus si liberi dal ghiaccio e infetti l'aria.
Questa però è soltanto una teoria e nessuno può sapere se quello che ho appena scritto accada o no.
Per maggiori informazioni: https://youtu.be/pIIldaJHcsw

PERICOLO DI ESTINZIONE DELLA FORESTA PIU' GRANDE DEL MONDO

Fitoplancton visibile dallo spazio

Quando si legge questo titolo ci viene in mente il disboscamento della foresta Amazzonica, perché essa è la foresta più grande del mondo, MA ATTENZIONE!!: la foresta Amazzonica è bensì la foresta più grande del mondo, ma la foresta pluricellulare più grande del mondo! La foresta di cui intendo parlare si trova nell'oceano ed è unicellulare: è il FITOPLANCTON: esso è un'organismo unicellulare fotosintetico (cioè fabbrica la fotosintesi clorofilliana), che però pur essendo piccolo è presente in enormi quantità nell'oceano, tali che è possibile vederlo dallo spazio. Rappresenta il 60% delle riserve di ossigeno dell'intero pianeta, è quindi indispensabile per tutti noi. Ciò che lo minaccia è il surriscaldamento del pianeta perché il Fitoplancton è sensibile all'aumento di CO2 nell'aria. Che cosa significa?

Il livello di CO2 nell'aria sta drasticamente aumentando e così facendo potrebbe portare piano piano alla scomparsa del Fitoplancton e la terra perderebbe la più grande risorsa di ossigeno presente su di essa.
Soluzione? Solo una: RIDURRE L'EMISSIONE DI CO2.
Fitoplancton bioluminescente in riva al mare, così "speciale" che potresti lasciare impronte luminescenti

L'ESTINZIONE DELLE TIGRI
Tigre di Bali, estinta negli anni 30
Tutte le specie di  tigri esistenti stanno drasticamente rischiando di estinguersi: attualmente gli esemplari di tigri ancora in vita sono circa 3000, se non meno (questo numero si riferisce solo alle tigri esistenti in natura, mentre le tigri presenti negli zoo o in qualche struttura sono decisamente di più).
Tigre Bianca
Un secolo fa si contavano circa 100000 esemplari, mentre oggi esse sopravvivono solo in 12 paesi e si sono già estinte nel territorio delle Coree.
Sono già scomparse dal 93% dei territori dove si trovavano un secolo fa e adesso rimangono solo 42 popolazioni sparpagliate nel continente asiatico.
Tigre Siberiana
Adesso ne rimangono 6 sottospecie: la tigre del Bengala, di Sumatra, della Malesia, dell'Indocina, la tigre siberiana e la tigre cinese meridionale; mentre si sono già estinte quelle di Giava, quella del Mar Caspio e la tigre di Bali.
Tigre di Giava, estinta nel 1972
Si stanno estinguendo per causa naturale? Non credo proprio: 
Per quanto riguarda i territori che le tigri abitano da sempre, oggi sono minacciati dall'antropizzazione: vengono costruiti centri urbani, strade e ferrovie, ma per quanto riguarda le tigri, beh, vengono uccise per la loro pelliccia, come d'altronde tutti gli animali con una pelliccia così bella!!!



LE TRIVELLE PETROLIFERE

Non è facile stabilire la quantità di idrocarburi che vanno perse ogni anno in mare, ma si presume che si aggirano intorno alle 4 milioni di tonnellate l'anno per tutto il pianeta e di 600.000 tonnellate per il solo Mediterraneo!!!!
Sula immersa nel petrolio
Il petrolio ha effetti dannosi per gli animali. Negli uccelli il petrolio penetra nel piumaggio, riducendo la capacità di isolante termico e rendendo le piume inadatte al nuoto e al volo. L'istinto dei volatili li porta a pulirsi il piumaggio con l'uso del becco, ma in questa maniera ingeriscono il petrolio, con effetti nocivi per i reni, il fegato e l'apparato digerente.

Allo stesso modo degli uccelli, i mammiferi marini che sono esposti al petrolio presentano sintomi simili a quelli che si hanno negli uccelli: in particolare la pelliccia delle lontre di mare e delle foche perdono il loro potere di isolante termico, causando ipotermia.

Sono accaduti molti disastri a causa del petrolio ma quelli che ne hanno dispersi maggiormente sono: quello di Lakeview in California nel 1911, seguito da quello della piattaforma Deepwater Horizon e conseguente perdita del pozzo Macondo nel 2010 e del disastro della Guerra del Golfo nel 1991.




PERICOLO PER L'ARTICO E PER L'ADRIATICO
"l'unicorno marino", il Narvalo

L'ARTICO: Sotto l'artico vi è un'immenso giacimento di petrolio, secondo alcune stime, custodisce circa il 30% delle riserve globali di gas e il 13% di petrolio. Già due trivelle sono partite per perforare il fondale artico e sono state fermate dalla compagnia Greenpeace. Un incidente petrolifero trasformerebbe l'intero mare Artico in una pozza di petrolio, distruggendo l'intera fauna marina dell'artico e mettendo a repentaglio la vita degli animali che popolano il pack: se dovesse accadere si avrebbe l' estinzione di quasi tutte le specie viventi marine,anche l' "unicorno marino": il Narvalo.




La distruzione della banchisa avrà conseguenze tragiche anche sul nostro futuro: aumenteranno il livello dei mari e verranno sommerse le città costiere, e la colpa sarà tutta nostra: dell'essere umano.



ADRIATICO: Anche nel sottosuolo dell'Adriatico, vicino alle coste della Croazia, vi è un giacimento di petrolio, e la Croazia ha già iniziato la perforazione!!


Delfini arenati in Tasmania, ma può accadere anche nell'Adriatico
Anche qui un incidente petrolifero causerebbe una catastrofe, forse più distruttiva di quella che può accadere nell'Artico!!! Perché? Perché l'Adriatico è un mare piccolo, tanto da essere chiamato dagli antichi "canale adriatico". Avete capito adesso perché un incidente può essere così pericoloso? Se non ci siete arrivati ve lo suggerisco io: un incidente petrolifero di grandi proporzioni può trasformare l'intero Adriatico in una pozza di idrocarburi che andrà a estinguere qualunque creatura faccia parte della fauna marina del mar Adriatico, tra cui i cetacei (che si areneranno a centinaia sulle coste) e gli uccelli che vi rimangono intrappolati.

Piattaforma petrolifera nel Mar Glaciale Artico. Grazie allo scioglimento della calotta artica, i giacimenti adesso sono facilmente accessibili. Ci sono associazioni ambientaliste, per esempio Greenpeace, che si oppongono alle trivellazioni ai poli e nei luoghi poco consigliati perchè in caso di incidente le operazioni di bonifica risulterebbero più difficili del previsto e con gravi danni per l'ambiente.

CANARIE - SHOCK: PETROLIO PER CHILOMETRI
Tartaruga Caretta

Il giorno 19 Aprile 2015 al largo delle isole Canarie è affondato un peschereccio di nome Oleg Naydenov. L'associazione Greenpeace ha sorvolato quella zona e ha notato una scia di idrocarburi lunga 70 km, che viaggia verso sud-ovest in direzione di Capo Verde, un arcipelago che dipende dalla pesca e dal turismo, e che è la casa della tartaruga marina Caretta (nella foto): alcune tartarughe sono state tuttavia salvate.
La Berta Maggiore
Il combustibile di quel peschereccio affondato in alto mare continua a fuoriuscire e adesso dobbiamo rimuovere con urgenza quel che è intrappolato all'interno.
Per maggiori informazioni:  http://bit.ly/1E6ymX4
Non è tutto però: la scia di idrocarburi ha raggiunto anche una delle principali colonie di Berta Maggiore dell'area (nella foto), infatti la mattina del 21 Aprile 2015 sono stati ritrovati i primi esemplari ricoperti di petrolio!!





L'80% DELLA DEFORESTAZIONE MONDIALE SI CONCENTRA IN UNDICI AREE
Foresta del Choco-Darien
Secondo una ricerca del WWF, sono undici le foreste (10 nei tropici) che entro il 2030 rappresenteranno oltre l'80 per cento del disboscamento globale:
-FORESTA AMAZZONICA;
-FORESTA ATLANTICA E GRAN CHACO;
-FORESTA DEL BORNEO;
-FORESTA DEL CERRADO;
-FORESTA DEL CHOCO-DARIEN;
-FORESTA DELL'AFRICA ORIENTALE;
-FORESTA DELL'AUSTRALIA ORIENTALE;
-LA GREATER MEKONG;                                                          
-LE FORESTE DELLA NUOVA GUINEA;
-LA FORESTA DI SUMATRA;
-BACINO DEL CONGO   

Tutti questi luoghi contengono la più ricca concentrazione di fauna selvatica al mondo, soprattutto specie in via di estinzione, ad esempio tigri e oranghi, e sono aree molto importanti per le comunità indigene.
Il report WWF dimostra che oltre 230 milioni di ettari di foresta scompariranno entro il 2050 e che entro il 2020 la perdita delle foreste deve essere ridotta quasi a zero per evitare gravi cambiamenti climatici.
La principale causa di deforestazione è l'agricoltura in espansione (tra cui l'allevamento commerciale e la produzione di olio di palma e di soia. Oggi le attività agricole occupano il 38% della superficie delle terre emerse. La sfida di alimentare una popolazione in costante crescita (7 miliardi di abitanti adesso e circa 10 miliardi stimati per il 2050) passa attraverso un'ecoagricoltura che sia integrata nei processi della natura e che elimini gli sprechi alimentari e non certo distruggendo le foreste ancora esistenti.
Il Bacino del Congo



Oggi è però il Bacino del Congo  è uno dei luoghi dove la deforestazione ha raggiunto una pericolosità intensa: ogni anno si perdono 700 mila ettari di foresta.                                                        




I DUGONGHI DI OKINAWA

Baia di Okinawa, Giappone
In questa baia vive la popolazione più settentrionale di questa specie. In Australia la situazione per questi animali è buona, ma qui le cose vanno peggio, ed anche in altre parti del mondo, come in Kenya, che di una popolazione abbondante, restano solo sei esemplari, ma peggio ancora quelli di questa baia, in Giappone, dove si sta costruendo una base e il governo, con rispetto parlando, se ne frega di queste creature.
Questo posto, quello che una volta era la "Galapagos dell'Oriente", adesso si è ridotta a un cantiere e la popolazione locale vuole che la costruzione di questa base si interrompa. Prima si cercava di costruire una nuova base, ma adesso si sta allargando questa e per i lavori grande lastre di cemento vengono gettate sui coralli o su un'erba simile alla posidonia (chiamata dai giapponesi jangusa, l'erba dei dugonghi)

Oltre ai dugonghi la baia ospita tre specie di tartarughe marine in via di estinzione: la tartaruga verde, la Caretta caretta e la tartaruga embricata.

Per maggiori informazioni: http://bit.ly/1MOi3lc
Firma tramite Greenpeace: http://grnpc.org/IgeOq



      

MENO DI 80 GIORNI PER FERMARE LE TRIVELLE DI SHELL! 

Shell vuole trivellare l'Artico tra meno di 80 giorni, la spedizione è prevista ad Agosto 2015.
In caso di incidente petrolifero questa decisione metterà a repentaglio le sorti del mare Artico e delle forme di vita che vi abitano, perché il petrolio è un potenziale distruttore per le forme di vita acquatiche e volatili (i due gruppi che per maggioranza abitano il polo), ma anche per i mammiferi terrestri.
Per impedire tutto questo visitare questo link di